L’associazione Pubblica Assistenza Croce Verde, con il patrocinio della Regione Liguria, ha partecipato, grazie alla collaborazione del Comune di Finale Ligure, della Consulta del Volontariato e delle Associazioni finalesi, al soggiorno estivo organizzato da ANPAS Toscana, per il terzo anno consecutivo, di bimbi Saharawi.
In particolare, il progetto prevedeva l’ accoglienza, presso l’Asilo Santa Teresa del Bambin Gesù, di 10 bambini Saharawi di età compresa tra i 8 e i 11 anni e di due accompagnatori per un totale di sedici giorni dal 8 agosto al 23.
Durante le due settimane trascorse i bambini hanno potuto evitare l’estate torrida nel deserto e hanno avuto la possibilità di riposo e svago; il soggiorno ha rappresentato un momento di serenità di un vita diversa da quella del deserto.
Questo è stato possibile grazie alla partecipazione dei volontari che si sono avvicendati e degli accompagnatori.
Così i bambini, nel gioco, nelle gite, nelle attività quotidiane, sono diventati testimoni naturali di un popolo lontano, che vive in condizioni difficili.
Innanzitutto i bimbi han potuto prendere contatto con l’ambiente locale: dal mare ai vicini monti , dai pesci dell’acquario di Genova con incursione all’ambiente subacqueo grazie al reparto Carabinieri del capoluogo ligure, alla flora e fauna dell’entroterra.
Quindi l’incontro con le Istituzioni: dal Comune di Finale Ligure , alla Presidenza Regionale, alle Associazioni del Finalese che han fatto a gara per le iniziative solidali, al Commercio Equo e solidale, alle Pro-loco dell’entroterra fino a giungere al Patrocinio della Regione Liguria.
1) Si sono colte poi tutte le occasioni estive mondane per diffondere con la presenza dei bimbi ai cittadini finalesi e ai numerosi turisti l’ informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla situazione del Sahara Occidentale. L’accoglienza ha quindi rappresentato un importante momento di scambio e interazione non solo per i bambini e l’accompagnatori saharawi , ma per l’intera comunità ospitante e per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di parteciparvi direttamente, facendo propria un ‘ esperienza unica a livello umano e affettivo. Quanto all’assistenza sanitaria , non è mancata di certo, soprattutto in relazione al fatto che nel gruppo era diffusa la varicella, un bimbo aveva problemi d’udito e l’accompagnatore Saharawi con forti problemi di stitichezza.
Nel complesso pensiamo di avere raggiunto alcuni degli obiettivi prefissati dal programma di accoglienza 2008:
• offrire ai bambini sahrawi la possibilità di riposo e svago;
• consentire agli stessi un’apertura sul mondo esterno e su realtà nuove e diverse , senza per questo provocare un’alienazione dalla propria cultura e dalla propria appartenenza nazionale ma integrandoli nelle manifestazioni a cui si è partecipato specialmente col canto;
• offrire attività ricreative, culturali e artistiche come nelle attività didattiche al Museo Archeologico con visita alle grotte dell’uomo preistorico;
• consentire un controllo dello stato di salute dei bambini, con relative medicine donate e dell’ accompagnatore.
Occorre però a questo punto, dopo tre anni di esperienza e con un bagaglio abbastanza consolidato, considerare attentamente realmente quale messaggio passiamo loro del mondo occidentale e come e quanto siano preparati a venire da noi e con quali pregiudizi o preconcetti arrivino.
Avv. Trotta Tecla